Il giudice rinvia la sentenza del processo contro i dirigenti dell’organizzazione indigena
Dopo due lunghe ed estenuanti giornate, durante le quali nel Tribunale di Intibucà si è svoltal’udienza iniziale conto i tre dirigenti indigeni Lenca del Copinh (Consiglio Civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras), il Pubblico ministero ha chiesto la condanna con misure alternative alla detenzione per Aureliano Molina e Tomás Gómez, e l’immediato arresto per Bertha Cáceres, coordinatrice del Copinh e dirigente storica di questa organizzazione.
Audio: Víctor Fernández (abogado), Bertha Cáceres, Aureliano Molina, Tomás Gómez
Da quasi 6 mesi, il Copinh sta appoggiando la lotta delle comunità Lenca della zona di Río Blanco, nel nord-ovest del Paese, le quali non accettano la realizzazione del progetto idroelettrico “Agua Zarca”, iniziato dall’impresa a capitale honduregno Desarrollos Energéticos, S.A. de C.V. (DESA) e realizzato, tra le altre, dalla compagnia contrattista cinese Sinohydro, con il sostegno incondizionato del governo e delle sue principali istituzioni.
Le comunità della zona si oppongono con forza alla concessione e allo sfruttamento del fiume Gualcarque, considerato sacro e intoccabile, e a quello dei territori ancestrali su cui vivono
Per questo motivo, il Copinh, gli abitanti delle comunità Río Blanco, che per due giorni sono rimasti in attesa della sentenza davanti ai locali del Tribunale, insieme a centinaia di organizzazioni e personalità, nazionali e internazionali, hanno denunciato che il processo promosso dall’impresa DESA contro i tre dirigenti indigeni sarebbe un’ulteriore prova della persecuzione e della criminalizzazione della protesta e della lotta sociale in Honduras.
Nel suo ultimo comunicato ‘Decolonizzazione, fiumi e emancipazione contro il razzismo e l’arroganza capitalista’, il Copinh ha comunicato che il giudice Lissien Lisseth Knight Reyes ha rinviato la sua decisione al prossimo 20 settembre, quando emetterà la sentenza di primo grado.
Ha inoltre sottolineato che l’impresa DESA si starebbe preparando per presentare altre accuse conto i tre dirigenti indigeni e anche contro membri dei Consigli Indigeni, del Consiglio degli Anziani e delle Anziane e del Patronato della Comunità La Tejera di Río Blanco.
“Intanto – continua il comunicato – nella zona sono arrivati nuovi contingenti di poliziotti e militari e si è elevato il livello di repressione contro le comunità”. Il Copinh denuncia, inoltre, accordi di facciata firmati dalle istituzioni di governo con l’impresa e pseudo dirigenti e patronati indigeni, “per rompere l’unità della lotta contro la diga e il progetto idroelettrico”.
La storica organizzazione indigena ha infine rivolto un appello alle comunità organizzate, ai movimenti sociali alla resistenza hondureña e alle forze politiche e sociali progressiste, nazionali e internazionali, affinché si preparino e si mobilitino in vista di un imminente sgombero violento del presidio a Río Blanco.
“Chiamiamo alla lotta, alla solidarietà militante, a intraprendere azioni di protesta nei confronti dello Stato dell’Honduras. Ratifichiamo che il Copinh, nonostante tutti gli attacchi e la criminalizzazione di cui è vittima, continua e continuerà a portare avanti il suo processo in difesa dei territori, della cultura, della spiritualità, dei beni comuni della natura, del Popolo Lenca e per la dignità”, conclude il comunicato.
(Traduzione Sergio Orazi)
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