Popoli originari ed ancestrali senza accesso al provvedimento “Honduras Solidale”

OPALACA

Popoli originari ed ancestrali senza accesso al provvedimento “Honduras Solidale”

By opalaca on 3 Aprile 2020

Conexihon – Tegucigalpa, Honduras – 31 Marzo 2020

http://www.conexihon.hn/index.php/dh/57-pueblos-indigenas/1491-pueblos-originarios-y-ancestrales-sin-acceso-a-la-honduras-solidaria

L’attuale crisi sanitaria da COVID-19 o coronavirus, unita alle deficitarie politiche “solidali” del presidente Juan Orlando Hernández (JOH), ha complicato ulteriormente l’accesso alla salute e all’alimentazione per il popolo lenca. 

“Stiamo ancora aspettando il sacco solidale, ma abbiamo deciso collettivamente che le chiese evangeliche riceveranno i viveri e li ripartiranno senza alcuna distinzione di razza, colore politico o religione; non sappiamo ancora quando verranno a portarceli, hanno tardato e non è corretto il modo in cui hanno operato”, ha affermato l’indigeno lenca Carlos Colinas del municipio di San José de Colinas, dipartimento di Santa Barbara. 

Ha anche spiegato che a fronte della grave precarietà dei centri di salute si è deciso insieme ad altre organizzazioni come Vida Mejor, i sindaci e i Comuni, la Polizia Nazionale, la Croce Rossa Honduregna e i residenti della comunità di San José de Colinas, di chiudere il ponte Jicatuyo, per controllare che non entri il virus nelle comunità. 

Allo stesso modo anche gli abitanti di Reitoca, municipio di Francisco Morazán, hanno deciso di chiudere l’accesso come misura di prevenzione, ma sono stati repressi con bombe lacrimogene e proiettili dalle forze di sicurezza dello Stato, la notte di domenica 22 marzo. 

Non esistono misure di prevenzione 

Il leader lenca Martín Gómez, Coordinatore del Movimento Indigeno Lenca Indipendente di La Paz (MILPAH), ha segnalato che non esiste alcuna misura per la prevenzione e il trattamento del coronavirus. 

“Continuare altri otto giorni in questa situazione, sarà un disastro, poiché le famiglie lenca vivono in estrema povertà, le persone saranno più vulnerabili ai virus per la mancanza di alimenti adeguati, oltre al fatto che durante questo coprifuoco nessuno può far conto su un impiego che produca un ingresso economico e permetta di comprare cibo; il governo non ha una politica di assistenza e prevenzione”, ha segnalato il leader indigeno.  

Da parte sua, “Don Andrés”, della comunità di San Juan de Las Mesitas, San Marcos de la Sierra, ubicato nel dipartimento di Intibucá e considerato uno dei municipi più poveri dell’America Latina, ha rilasciato un’intervista ad “Eco de Opalaca” una rassegna radiofonica del Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH). 

“Nel centro di salute non c’è nemmeno una pastiglia né per l’influenza, la tosse, la febbre; gli annunci dell’informazione su “Honduras Solidale”, qui non è arrivato niente, ma dicono che daranno il sacchetto, ma è una bugia perché qui non è arrivato niente” ha dichiarato il membro del COPINH. 

Ha inoltre denunciato che se qualcuno ha dei viveri del governo è per “colore politico azzurro, mentre alla gente di un altro partito non li danno, perché questo è successo, hanno un elenco e sono le persone dello stesso partito che li ricevono. Noi stiamo pensando ad alimentarci con ciò che produciamo come il sorgo e i fagioli, perché le botteghe sono già sfornite e arrivano carri a lasciare delle cose, ma le stanno vendendo più care.” 

Per le imprese non c’è il “Coronavirus” 

La coordinatrice generale delle donne di MILPAH, María Felicita, della comunità di Santa Elena nel dipartimento di La Paz, ha denunciato che la crisi “è molto dura”, e che il coprifuoco è una strategia dei politici e impresari per paralizzare il popolo, “ma per le imprese non c’è il coronavirus, giacché loro continueranno a lavorare”, ha deplorato. 

La segreteria di “Mio Ambiente” ha reso nota la creazione di un portale digitale per non interrompere il conferimento di licenze a progetti estrattivi. Va sottolineato che il popolo lenca affronta lotte sociali per la difesa dell’ambiente e dei suoi fiumi ancestrali, che hanno avuto come strascichi violenza statale e divisione nelle comunità. 

Alcuni dei progetti cui si oppone il popolo lenca sono ubicati in differenti dipartimenti come La Paz, con le idroelettriche proprietà di Gladis Aurora, idem a Reitoca, contro la concessione a Progelsa sul fiume Petacón e sul fiume di San Juan de Las Mesitas, minacciato da almeno cinque dighe. 

 Il Rio Petacón, sacro per le donne e gli uomini lenca di Reitoca.  

“Al governo non interessa la salute” 

La leader lenca Felicita López è presidente della Rete Municipale e anch’essa ha partecipato ad una riunione con la Corporazione Municipale, in cui nessuno indossava mascherine per evitare il contagio del virus. 

“Al governo non interessa la salute del popolo, era solo una riunione già programmata nel calendario municipale, ci hanno imposto il coprifuoco senza considerare che ci sono famiglie senza salario, che non abbiamo un conto bancario, nemmeno alimentazione sufficiente, e ci tocca rimanere rinchiusi, perché se andiamo per strada ci porta via la polizia; per noi questo è piuttosto preoccupante, perché ci sono molte famiglie che vivono alla giornata” ha affermato.  

“Cosa sta facendo Il governo con la quantità di milioni, ovvero: che nessuno esca ma resti in casa, che gli alimenti arriveranno, il sindaco sta dando un sacchetto del valore di 150 lempiras e vogliono che ci sopravviviamo per un mese! Questo è un insulto, perché oltretutto i sacchetti arrivano firmati da JOH come si trattasse di una campagna politica, quando tutto questo lo paga il popolo con le tasse”, ha sostenuto la leader indigena. 

María Felicita assicura che i centri di salute nella sua comunità non sono provvisti di medicine, mascherine e gel antibatterici per evitare il virus altamente contagioso. 

Pertanto se qualcuno arriverà a presentare sintomi della malattia, utilizzeranno la medicina ancestrale, che consiste in erbe e rimedi provenienti della natura, oltre a contare su una rete di guaritori ancestrali per i membri di MILPAH, come alternativa alla precarietà del sistema di salute. 

Traduzione di Adelina Bottero

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