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Scritto da Sergio de Castro Sánchez
domenica, 22 aprile 2007 Il passato 19 di aprile l’associazione per la difesa dei Diritti Umani Amnesty Internacional (AI) faceva pubblico un comunicato mostrando il suo “timore per la sicurezza” di David Venegas Reyes, membro del Consiglio Statale della APPO e di Voci Oaxaqueñe Costruendo Autonomia e Libertà (VOCAL). Nello scritto, AI faceva riferimento ugualmente alle “minacce di morte” che avrebbe ricevuto Venegas e la “preoccupazione giuridica” che provoca la situazione del detenuto. Preoccupazioni che si estendono all’ avvocato della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH), Isaac Torres Carmona (che accompagnava Venegas nel momento della sua detenzione) così come a “altri attivisti politici e difensori dei diritti umani dello stato di Oaxaca”. Nel comunicato, AI dichiara che “l’attivista politico David Venegas è stato detenuto arbitrariamente dalla polizia dello stato nel centro della città di Oaxaca il 13 di aprile e, secondo le informazioni, è stato torturato. E’ stato accusato di gravi delitti penali, sulla base di prove che sembrano falsificate. Corre il pericolo di soffrire nuovi maltrattamenti e di essere sommesso a un procedimento giudiziale ingiusto. L’avvocato dei diritti umani Isaac Torres Carmona si incontrava con lui quando è stato detenuto, e sembra che la polizia l’abbia minacciato.” A fronte della versione ufficiale che insiste che Venegas é stato detenuto dopo aver insultato gli agenti di polizia, AI dichiara che nel momento della detenzione “otto poliziotti dello stato vestiti in uniforme sono scesi da un veicolo senza targa, gridando: ‘Non muoverti, cabrón’. Puntandogli le pistole contro, hanno obbligato David Venegas a sdraiarsi al suolo e lo hanno colpito con calci. Secondo le informazioni, hanno minacciato Isaac Torres Carmona e lo hanno impossibilitato ad intervenire se non voleva essere detenuto anche lui. Non hanno mostrato nessun mandato di cattura e non hanno dato nessun motivo per detenere David Venegas”. Mentre già nel pomeriggio alcuni mezzi di comunicazione avevano accesso attraverso Sergio Segreste, titolare della Segreteria di Protezione Cittadina (Seproci), alle informazioni sul luogo nel quale si incontrava Venegas e i carichi a lui imputati, AI insiste che “alle tre della mattina successiva, le autorità finalmente hanno facilitato informazioni sul luogo dove si trovava recluso, ed hanno permesso a David Venegas di parlare con la sua famiglia. Ha detto ai suoi familiari che era stato portato alla dipendenza della fiscalia statale di Oaxaca, dove era stato colpito e minacciato in un’apparente intento di obbligarlo a confessare il possesso di cocaina ed eroina. Le fotografie fatte dalle autorità e più tardi pubblicate sui quotidiani lo mostrano in piedi sostenendo davanti al suo volto un sacchetto di polvere bianca e una copia della pubblicazione della APPO Barrikada”. In opposizione alle dichiarazioni di Sergio Segreste secondo le quali Oaxaca non vive una “caccia alle streghe”, AI “teme che attivisti politici e difensori dei diritti umani che lavorano legittimamente nella promozione dei diritti umani a Oaxaca e non sono stati responsabili di delitti possano essere oggetto di detenzioni arbitrarie per motivi politici, mal trattamenti carichi penali falsi,com’è successo in numerose occasioni da che uno sciopero di docenti ha fatto scoppiare una crisi politica nello stato nel maggio del 2006”. AI conclude il suo comunicato “chiedendo che si porti a termine un’investigazione immediata, esaustiva, imparziale e indipendente sulla detenzione arbitraria e le informazioni di tortura di David Venegas, e che gli agenti responsabili delle violazioni ai diritti umani siano portati davanti alla giustizia” e che si faccia “una valutazione imparziale e indipendente delle prove contro David Venegas, e che si ritirino i carichi penali contro di lui se si scopriranno essere falsi tratto dal sito: http://oaxacalibre.net link all'APPO: Asamblea Popular del Pueblo de Oaxaca |