Il COPINH informa riguardo alle conclusioni delle udienze preliminari.

Il Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH), insieme alla famiglia della compagna Berta Cáceres e il Movimento Amplio por la Dignidad e la Justicia (MADJ) informa la comunità nazionale e internazionale delle conclusioni delle udienze preliminari al primo processo contro le 8 persone accusate di aver strappato la vita a nostra sorella Berta Cáceres, o di averne favorito la realizzazione, e di aver attentato a quella del compagno Gustavo.

Quest’udienza che di svolge a pochi giorni dall’apertura del processo che condannerà o assolverà le persone fino ad oggi detenute, si è articolata in varie sedute, posticipate per mancanza di risoluzione di fronte alle informazioni mancanti.

Si conclude, quindi, con la negata accettazione del tribunale di gran parte delle prove della nostra accusa, che ha cercato di contestualizzare il clima di attacco sistematico che aveva subito Berta per svolgere il suo ruolo di coordinatrice del COPINH e che erano parte del piano per neutralizzare e attaccare la lotta in difesa dei territori contro il saccheggio da parte dell’impresa privata.

Questo nel concreto significa il rifiuto della testimonianza di coloro che sono parte del Consiglio Direttivo e che avevano il ruolo di comando rispetto al lavoro operativo effettuato da DESA per attaccare il lavoro di Berta Cáceres: Pedro, José Eduardo e Jacobo tutti con il cognome Atala Zablah e il signor Daniel Atala Midence. La “giustizia” honduregna continua senza avere il coraggio di far sedere in tribunale la voce potente di chi comanda l’impresa.

Inoltre, il tribunale ha rifiutato la perizia sul contesto sociale e politico, che sarebbe realizzata da esperti per effettuare un’analisi specialistica sulla situazione nella quale Berta realizzava il suo lavoro e per determinare gli interessi contro i quali si scontrava come leader del COPINH di fronte ad un processo popolare del popolo Lenca.

Questa è una lacerazione alla prospettiva di ricerca integrale della verità, poiché non si deve tralasciare che Berta fu assassinata per il suo lavoro organizzativo e come difenditrice dei diritti umani e qui la necessità di rivendicare il COPINH come vittima formale dell’attacco.

La Corte Interamericana ha considerato che “l’esecuzione di un leader sindacale […] non restringe solo la libertà di associazione di un individuo, ma anche il diritto e la libertà di un determinato gruppo ad associarsi liberamente, senza paura o timore”.

Questo è quello che lo Stato continua a disconoscere, il peso politico di Berta nella sua integralità e per questo riduce il giudizio unicamente ai fatti del 2 marzo e a non osservare la catena di azioni volte a fermare il suo lavoro, cosa che non è stata possibile e che ha portato alla decisione di ucciderla.

Fuori dai tribunali si continuano a vivere atti di razzismo e di stigmatizzazione verso l’organizzazione, il che fa sembrare che ad essere sotto giudizio siano il COPINH e Berta e non gli imputati: parole criminalizzanti, linguaggio fazioso e negazione alla possibilità di entrare e presenziare all’udienza della leader del popolo Lenca, non sono fatti secondari.

E’ stata modificata la data dell’inizio del processo a questo 17 di settembre in un clima di molta ostilità, lasciando ben chiaro che il processo sarà una grande battaglia in tutti gli ambiti e per questo chiediamo il forte sostegno nazionale e internazionale che in modo concreto accompagni il COPINH durante questi giorni.

El COPINH informa sobre las conclusiones de las audiencias de proposición de pruebas.

https://copinh.org/2018/09/el-copinh-informa-sobre-las-conclusiones-de-las-audiencias-de-proposicion-de-prubas/ 

Traduzione M.Laura Pistritto