
Dopo aver sofferto per più di un decennio (post-golpe) l’impatto sanguinoso di un conflitto agrario che ha lasciato sul terreno decine di contadini uccisi, le famiglie del Bajo Aguán, Honduras, ora organizzate in cooperative agricole e imprese associative, continuano a difendere le terre recuperate ai latifondisti.
Il 24 dicembre scorso, la Piattaforma agraria regionale della Valle dell’Aguán e il Coordinamento delle organizzazioni popolari dell’Aguán (Copa) hanno denunciato il violento sgombero della cooperativa Camarones da parte di uomini armati appartenenti al gruppo criminale “Los Cachos”.
Secondo le due organizzazioni, questo gruppo irregolare ha legami diretti con Corporación Dinant, azienda leader nella coltivazione e lavorazione dell’olio di palma, di proprietà della tristemente nota famiglia Facussé.
Di fronte alle continue aggressioni, la Piattaforma Agraria e Copa hanno chiesto l’intervento immediato delle autorità a salvaguardia della vita delle famiglie contadine, nonché un’azione decisa del governo per garantire “il rispetto del possesso, uso e fruizione delle terre della riforma agraria”.
La cooperativa Camarones è, tra l’altro, firmataria degli accordi raggiunti nel 2022 con l’attuale governo[1] e che continuano a rimanere lettera morta. In quell’occasione, l’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in Honduras (Ohchr) ha esortato lo Stato a procedere con l’attuazione di tali accordi, dato che “hanno il potenziale per apportare soluzioni durature al grave conflitto in corso”.
Altri spargimenti di sangue
Una settimana dopo il violento sgombero della cooperativa Camarones, Arnulfo Díaz, membro della cooperativa Brisas del Aguán, è stato assassinato. Nell’ottobre dello scorso anno, un altro membro della stessa cooperativa, Selvin Noé García Pérez, è stato ucciso a colpi di pistola. Brisas del Aguán, El Chile e Tranvío sono tra le cooperative che hanno subito i maggiori attacchi dopo il recupero delle terre.
Le proteste pacifiche, promosse dalla Piattaforma Agraria e Copa per chiedere alle autorità di scacciare i gruppi armati dalle terre della cooperativa Camarones, sono state attaccate da gruppi di persone vicine ai latifondisti. Decine i feriti. A ciò si aggiunge la violenta campagna di stigmatizzazione, criminalizzazione e persecuzione promossa attraverso i social network e i media digitali locali.
Si moltiplicano gli attacchi
Il 27 gennaio, gruppi criminali hanno nuovamente attaccato le cooperative Tranvío e Camarones. Cristian Baire è stato rapito, torturato e poi liberato grazie all’intervento di agenti di polizia, mentre Janier García è stato ferito da un proiettile. Entrambi sono membri della cooperativa Tranvío.
La notte del 29 gennaio, la cooperativa El Chile è stata attaccata da gente armata. Le famiglie contadine sono dovute fuggire, abbandonando più di 100 ettari di terra recuperata. Due giorni dopo, José Hernández Lobo e sua moglie Suyapa Guillén sono stati intercettati da uomini armati e uccisi sotto una pioggia di proiettili. Erano membri attivi dell’impresa associativa Gregorio Chávez. Hernández Lobo era sopravvissuto a un altro attacco nel 2019.
La Piattaforma Agraria e Copa hanno chiesto nuovamente alle autorità l’immediata cattura dei membri del gruppo criminale Los Cachos.
“Ci sono circa 60 persone armate che controllano la zona. Nonostante la presenza della polizia, questo gruppo criminale continua a operare. Se il governo non prende misure urgenti, continueranno a ucciderci come animali”, ha dichiarato Yony Rivas, portavoce della Piattaforma Agraria.
Hanno anche reso pubblica una lettera indirizzata alla Presidente Xiomara Castro, in cui chiedono l’insediamento, tramite decreto esecutivo, della Commissione per la Verità e il ritorno delle 150 famiglie delle cooperative Camarones ed El Chile.
Hanno inoltre chiesto misure di protezione efficaci per le famiglie, lo smantellamento delle compagnie di sicurezza privata della Corporación Dinant, indagini approfondite sui legami con Los Cachos.
Hanno infine invitato le organizzazioni solidali, nazionali e internazionali, a denunciare la violenza sistematica che subiscono famiglie, organizzazioni, cooperative e imprese contadine, la cui unica colpa è esigere l’accesso alla terra e una vita dignitosa.
Fonte: Rel UITA (spagnolo)
[1] Il 22 febbraio 2022, il governo di Xiomara Castro ha firmato accordi con organizzazioni, movimenti e imprese associative contadine, con l’obiettivo di risolvere la problematica agraria e riportare la pace nella zona dell’Aguán. Questi accordi prevedevano anche l’istituzione di una commissione tripartita (Commissione per la Verità) per indagare sulle violazioni dei diritti umani nella zona.