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Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras, COPINH
Perchè continuare a lottare per la libertà
dei fratelli Miranda, indigeni lenca,
membri del COPINH, a più
di due anni dal loro arresto ingiusto.
Appello di solidarietà internazionale
Nelle
lotte del COPINH continua ad essere una priorità il cercare di
raggiungere la libertà per Marcelino e Leonardo Miranda, indigeni
lenca membri del copinh, torturati ed incarcerati per il solo fatto di
difendere il proprio territorio e la propria cultura nella comunità
di Montagna Verde, dipartimento di Lempira, Honduras. Caso illegale perpetrato
dalle forze feudali di questo dipartimento.
E’ lampante la cattiva intenzione del sistema giudiziario, non solo di
questa zona, ma anche della Corte di Appello di Santa Rosa de Copan, nell’emettere
una sentenza ingiusta, parziale, manipolata e che non procede, di fronte
alle accuse infondate, calunnianti, senza nessuna evidenza, né
testimoni credibili. E’ altrettanto lampante che le vere ragioni per cui
i nostri compagni sono in carcere sono la lotta che hanno intrapreso da
molti anni in difesa dei loro diritti storici e per essere membri del
COPINH.
La sentenza di condanna a 29 anni di carcere rimane valida nonostante
le comunità di MV abbiano testimoniato in favore dei fratelli Miranda,
che furono anche torturati selvaggiamente al momento della cattura e perfino
dentro al carcere con metodi terroristici attuati da 22 agenti di polizia
“cobras”, più altri soggetti civili armati e agenti degli Affari
Interni del Ministerio de Seguridad.
Quanto detto non è un caso isolato nelle politiche del governo
honduregno che promuove l’espropriazione ed il saccheggio dei territori
indigeni e afrodiscendenti; la povertà; la privatizzazione della
terra, dell’acqua e del bosco; le concessioni senza limiti per miniere
e per megaprogetti come il Plan Puebla Panama, il Corredor Biologico Mesoamericano,
i Trattati di Libero Commercio. Tutto ciò consente il dominio assoluto
del potere delle multinazionali, porta alla scomparsa dei benefici del
sistema sociale nella sanità, nell’istruzione, nell’energia, nelle
pensioni, aprendo le porte agli OGM, a leggi anticostituzionali, ecc.
Allo stesso modo di un modello economico e politico ingiusto, il governo
ed i settori di potere ricostruiscono e rafforzano la militarizzazione
con la psicosi del terrorismo per giustificare assassini, torture, incarceramenti,
repressione, maggiori stanziamenti per la polizia e per l’esercito, maggior
ingerenza dell’esercito statunitense, attraverso operazioni militari e
occupazioni del territorio centroamericano e latinoamericano.
Pertanto possiamo considerare il caso dei fratelli Miranda come un chiaro
esempio della politica interna del governo antidemocratico e antipatriottico
di Ricardo Maduro e temiamo che la Corte Suprema possa pronunciare una
sentenza che, visti i precedenti, ci immaginiamo facilmente quale possa
essere. Così come non ci stupiremmo per un eventuale assoluzione
dei 22 “cobras” che dopo aver legato le mani dietro la schiena ai nostri
compagni, li picchiarono in maniera selvaggia, gli spensero sigarette
sui loro corpi, gli tirarono calci, introdussero pietre dentro le loro
bocche, immersero le loro teste nell’acqua fino quasi ad asfissiarli,
gli proferirono ogni tipo di insulto manifestando chiaramente che per
loro il delitto dei fratelli Miranda era quello di essere “copinhes” e
“indios”, gli puntarono le armi alla testa, trascinarono le loro famiglie,
lanciarono gas lacrimogeni nelle modeste capanne delle comunità,
causarono il successivo aborto della moglie di Leonardo e, mentre li tenevano
legati a faccia in giù, si sedevano sulle loro nuche.
Tutto questo nella più completa impunità.
E le domande hanno già una risposta:
Chi li ha addestrati a queste pratiche criminali? Chi sostiene gli atti
di ingiustizia, tortura e saccheggio in Honduras? Chi impartisce gli ordini
ai militari ed alla polizia honduregna? Dove sono ora i manuali per “interrogare”
e per “far confessare”? Dove sta colui che in Centro America collaudò
i manuali di tortura? Che territorio usò l’ambasciatore della morte
“plenipotenziario della sicurezza” statunitense, il Sig. J.D. Negroponte
per “provare i suoi metodi di libertà e di democrazia”? Dove
li applicano ora, a parte l’Irak?
Ora ci aspettiamo più risposte, quella della solidarietà
permanente, quella dell’umanità e della denuncia energica, dei
legami di fratellanza e della dimensione umana nel sentire il dolore,
l’indignazione, l’ingiustizia, ma anche la forza, la speranza dei tanti
esseri in qualsiasi parte di questo pianeta.
Da questo paese invisibile e sconosciuto, ma tanto reale come l’anelo
per la giustizia, per il rispetto verso questo popolo e per una vita degna,
lanciamo nuovamente un appello ad esprimersi, a manifestarsi, ad alzare
la voce davanti al governo honduregno per questa causa e per concretizzare
la libertà di Marcelino e Leonardo.
Come farlo? Nelle forme che già il popolo conosce. In quelle che
implicano l’impegno e la coscienza, la ragione, lo spirito, la verità,
la solidarietà, la creatività, la diversità, la libertà,
l’umanità e la vita!
COPINH
Barrio Lempira, Intibucà, Intibucà, Honduras, C.A.
Tel/fax (504) 783 0817
copinhonduras@yahoo.es
www.laneta.apc.org/copinh
Intibuca, Intibuca marzo 2005