A 45 mesi dall’assassinio della leader indigena del COPINH, uccisa da sicari a colpi d’arma da fuoco nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2016, un’inchiesta dell’Intercept ha ricostruito i meccanismi di comunicazione dietro la costruzione del delitto. Coinvolti anche i vertici di DESA, la società legata al progetto idroelettrico Agua Zarca, un’infrastruttura che andrebbe a stravolgere il rio Gualquarque
L’omicidio di Berta Cáceres, la leader indigena del COPINH, in Honduras è stato pianificato dai vertici di DESA. A 45 mesi dalla morte della donna, assassinata da sicari a colpi d’arma da fuoco nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2016, nella sua casa della cittadina de La Esperanza, nel dipartimento di Intibucà, è un’inchiesta dell’Intercept a ricostruire i meccanismi di comunicazione dietro la costruzione del delitto. È stata scritta dalle giornaliste Danielle Mackey e Chiara Eisner, che chiamano in causa i vertici di DESA, la società interessata alla costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca, un’infrastruttura che andrebbe a stravolgere il rio Gualquarque, e la vita della comunità indigene di etnica lenca affiliate al COPINH e che vivono intorno alle sue rive. LEGGI TUTTO>>>