Honduras: Il doppio volto delle banche che finanziano Agua Zarca

Mi ritiro ma rimango: un vergognoso tira e molla

desa_responsable

 

 

 

 

 

 

 

Per Giorgio Trucchi | LINyM

La posizione del Copinh (Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari ed Indigene del Honduras) e della sua coordinatrice nazionale Berta Cáceres, brutalmente assassinata 16 mesi fa, è stato sempre molto chiara: bisogna ritirare qualunque tipo di finanziamento per il progetto idroelettrica Agua Zarca, spinto e cofinanziato per l’impresa Desarrollos Energéticos SA (Desa), e dove sono inclusi, tra l’altro gruppi economici nazionali (Gruppo Ficohsa) membri delle Forze armate e banche internazionali come la banca olandese FMO, la banca finlandese Finnfund e la Banca Centroamericana di Integrazione Economica (Bcie).
Secondo un recente comunicato del Copinh, nessuno di queste banche avrebbe mostrato la volontà reale di prendere distanza di un progetto che, direttamente o indirettamente, ha lasciato un saldo di vari morti e feriti, comunità divise e contrapposte oltre che severi danni ambientali.

A questo proposito, l’organizzazione indigena sta denunciado da tempo la violenza ed il terrore che si è generato nelle comunità che si sono opposti con decisione al progetto idroelettrico, come “l’acquisto di coscienze, aggressioni, attentati ed assassini da parte di sicari e membri dell’esercito, la polizia e la sicurezza privata dell’impresa, in complicità con autorità municipali e nazionali.”

Il silenzio delle banche

Nel suo comunicato il Copinh insiste sul fatto che finora tutte le denunce fatte sono state ignorate per i gruppi finanziari coinvolti nel finanziamento del progetto, i quali risultano ora corresponsabili delle ripetute violazioni di diritti umani che si sono manifestati nella zona di Fiume Bianco.

Se a questo aggreghiamo la mancanza totale ed assoluta del consenso previo, libero ed informato delle comunità, assieme ad un ambiente di corruzione e violazione delle leggi per il conferimento – in pieno colpo di Stato – delle concessioni e l’acquisto di terreni, risulta ancora più evidente la sfacciataggine con la quale agiscono detti istituti finanziari.

Vale la pena menzionare che, successivamente all’assassinio di Caceres, le due banche nordeuropee sospesero i pagamenti per il progetto, quando una delegazione di ufficiali del FMO e Finnfund realizzò una visita in situ per constatare la realtà che si vive nel posto e, suppostamente, prendere una decisione sul finanziamento, che però non fu mai presa.

Per il Copinh, il prolungamento nel tempo della sua ritirata definitiva non genererà solo “più aggressioni ed intimidazioni dentro le comunità”, ma potrebbe essere parte di una strategia “per non assumere le sue responsabilità e per facilitare l’introduzione di futuri progetti idroelettrici con caratteristiche simili a quello di Agua Zarca.”

Quello che dice The Guardian

Il passato 4 di giugno, il giornale inglese The Guardian ha pubblicato un reportage dove assicura che tanto il FMO come Finnfund avrebbe preso la decisione di abbandonare definitivamente il progetto Agua Zarca. Fino al giorno d’oggi non c’è stata nessuna dichiarazione ufficiale delle banche.

“Le comunità di Rio Blanco, il Copinh e gran parte della società honduregna ed internazionale continueremo ad aspettare il ritiro definitivo affinché finisca il finanziamento di progetti di morte nelle comunità Lencas”, si legge nel comunicato del Copinh.

Chi è rimasto completamente in silenzio è il Bcie. Per questo il Copinh dice di dubitare delle dichiarazioni brindate dal portavoce della banca internazionale, Juan Mourra, al The Guardian. Mourra aveva dichiarato che il Bcie ha sospeso tutti i pagamenti e che non persiste nessuna intenzione di continuare ad investire nel progetto.

L’organizzazione indigeno Lenca ha ratificato nuovamente l’impegno di denunciare l’attuazione illegale di queste banche, la sua mancanza di volontà di riconoscere la responsabilità di Desa nei multipli casi di violazione dei diritti. Come anche annuncia che continuerà a mobilitarsi per esigere energeticamente il ritiro definitivo delle banche dal progetto, non accettando l’installazione di un ipotetico “processo di dialogo” affinché le comunità decidano sull’implementazione di nuovo possibili progetti idroelettrici.

“Esigiamo ora un processo di giustizia, verità, riparazione e garanzie di non ripetizione, che includa lo smantellamento delle strutture di repressione nella zona. Il Copinh responsabilizza al FMO, Finn Fund e Bcie, alleati dell’impresa assassina DESA per qualunque atto di violenza, minaccia, attacco o assassinio che derivino dal processo che le banche cercano imporre come parte della sua uscita o il ritardo della sua uscita”, conclude il comunicato.

rio-blanco-043